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Salento e Expo 2015, si è ancora in tempo!!

santa croceLa soddisfazione dei turisti stranieri venuti in Italia risulta essere decisamente positiva.

Questo è quanto emerge da 1° rapporto sulla percezione dell’Italia turistica (http://www.enit.it/es/studi/tendenze/2242-1-rapporto-sulla-percezione-dell-italia-turistica.html), contenente un’analisi semantica di 570.000 post in lingua inglese, pubblicati sui social media da persone che sono state in vacanza nel nostro Paese negli ultimi quattro mesi (ultima rilevazione 1 luglio 2014).


Tra gli argomenti più trattati, emerge che l’interesse dei visitatori per l’Italia è dedicato principalmente (la graduatoria è stilata sulla base della numerosità dei post per singolo tema) alla qualità della gastronomia, quindi al mangiar bene. Ciò conferma una elementare considerazione in base alla quale il turista desidera vivere la sua “esperienza” di viaggio con un coinvolgimento pieno dei propri sensi, a partire dal gusto. Questa considerazione trova ampia corrispondenza nel secondo tema “oggetto di discussione” ovvero le “piazze” (per l’ambiente urbano), seguite dalle “spiagge” (per l’ambiente naturale). Come dire: i borghi, i piccoli centri, i campanili sono tutti elementi considerati particolarmente attrattivi da parte dei turisti stranieri (d’altro canto, il web non è forse la “piazza” virtuale?). E’ proprio questa una delle peculiarità che il nostro Paese ha e che lo differenzia dagli altri, oltre, naturalmente, alla sua storia ed alle bellezze architettoniche e naturali.

Scorrendo la classifica delle destinazioni che destano le migliori emozioni al turista straniero, si legge al primo posto Taormina e al secondo posto il nostro Salento! Anche questo a testimonianza dell’attenzione e dell’interesse che il viaggiatore ripone nella scoperta dei piccoli borghi. Quello che fa primeggiare queste destinazioni è l’equilibrio tra l’ambientazione, le caratteristiche dei borghi e l’ospitalità delle strutture ricettive. In particolare, per il Salento emerge il patrimonio storico (con Lecce ed il suo Barocco in primis), la qualità della cucina, le spiagge ed il paesaggio in generale.

Insomma tutto ciò conferma il vivo ed ampio interesse che i turisti hanno nei confronti del nostro Territorio.

La lettura di questa ricerca ha sollecitato la ricerca di informazioni sui flussi turistici in Italia nella prima metà di questo 2014; ciò risulta utile, infatti, poichè i turisti stranieri che vengono nel nostro Paese, generalmente, visitano più di una destinazione, quindi appare importante riuscire ad acquisire non solo i turisti diretti, ma anche quelli indiretti –ovvero quelli che non scelgono il Salento come prima meta-.

Così, scorrendo l’ultimo rapporto della Banca d’Italia sul Turismo Internazionale (https://www.bancaditalia.it/statistiche/rapp_estero/turismo-int), si rileva un saldo positivo della nostra bilancia turistica dei pagamenti nel periodo maggio 2013 – maggio 2014. Questo trend è confermato dal “Monitoraggio dell'Agenzia Nazionale del Turismo” (http://www.enit.it/en/studi/monitoraggi.html), in cui si legge che i tour operator intervistati (166 in totale, di cui 101 europei e 65 di oltreoceano, presenti in 28 mercati stranieri) sono ampiamente soddisfatti per le vendite della “destinazione Italia”; in particolare, il 59,7% asserisce di aver avuto un incremento, il 29,6% dichiara stabilità, mentre il 10,7% indica una flessione.

Tralasciando ora la consueta retorica, relativa alla necessità di attuare idonei correttivi per migliorare la valorizzazione dell’enorme patrimonio culturale, storico, paesaggistico e per far crescere l’apporto del turismo sul PIL (ora assai marginale, poiché risulta essere pari a circa il 5% in via diretta e fino al 10% con l’indotto), sarebbe opportuno riflettere rapidamente su come riuscire ad intercettare l’enorme flusso di visitatori previsto per l’ormai imminente Expo 2015.

Tale importantissima manifestazione, che partirà il 1° maggio e si chiuderà il 31 ottobre 2015, dovrebbe intercettare oltre 20 milioni di visitatori, di cui circa il 30% stranieri. È facilmente prevedibile che molti di coloro che visiteranno Expo 2015 si indirizzeranno verso altre destinazioni italiane o europee. Pensare, quindi, ad un serio programma di incoming per il Salento dei predetti visitatori dovrebbe costituire una priorità se si vuol veramente far fare un salto di qualità al nostro turismo, rafforzando così l’immagine della destinazione che, come detto in apertura, risulta già nota e ben apprezzata.

Su questo tema ci saranno forse tavoli e consessi già attivi, tuttavia sinora non mi è capitato di leggere programmi ed iniziative concrete e ideate con un serio piano manageriale che:

  • effettui un’osservazione olistica del patrimonio territoriale,
  • consideri la domanda potenziale (quindi analizzi anche i profili dei futuri visitatori di Expo 2015 ed i loro interessi),
  • analizzi i comportamenti dei competitor attuali e potenziali,
  • programmi interventi volti a migliorare la viabilità e la logistica,
  • definisca un corretto piano di marketing e comunicazione.

Expo 2015 ci offre un’imperdibile opportunità rappresentata, oltre che dall’elevata concentrazione di visitatori in un arco temporale molto ristretto, dalla “necessità” di fare in fretta; l’alternativa è continuare a parlare ma non fare, con ciò però avendo la consapevolezza di aver perso una seria occasione per il consolidamento e la crescita turistica. Se a ciò si aggiunge il potenziale derivante dalla candidatura di Lecce a Capitale della Cultura 2019 ed utilizzabile nel caso in questione, è facilmente comprensibile come nei prossimi mesi vedremo scorrere davanti a noi enormi vantaggi che sarebbe veramente delittuoso lasciarsi sfuggire. Insomma Expo 2015 dovrebbe costituire, al contempo, un banco di prova della nostra capacità organizzativa e manageriale in campo turistico (per le future opportunità di cui innanzi) ed un’occasione per attualizzare il potenziale di valore che oggi ha il nostro Territorio.

Credo, quindi, si debba fare un concreto sforzo che, senza retorica, si concentri per mettere a sistema le forze della società civile e quelle delle Istituzioni, in modo da giungere quanto prima alla definizione di un masterplan che inquadri gli obiettivi perseguibili, con le risorse effettivamente disponibili e con i conseguenti processi da attivare. Probabilmente, si potrebbe pensare di essere già in ritardo, ma non è forse vero: meglio tardi che mai?