Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 
  0832 298754

Management d’impresa, i processi gestionali tra digitalizzazione e iper-competitività

copertinaRecensione di Claudio Baccarani (Dipartimento di Economia Aziendale, Università degli Studi di Verona), pubblicata sul Nuovo Quotidiano di Puglia in data 04 dicembre 2016 (pag. 34).

 

Il testo di Amedeo Maizza appare al lettore interessato di management come un bel giardino nel quale si può cogliere la natura della varietà delle specie che popolano il divenire dell’impresa in un contesto per sua natura mutevole.
Al riguardo non potrò mai dimenticare come il mio Maestro, Giovanni Panati, rileggendo il Panta rei, Tutto scorre, di Eraclito amasse spesso ricordare come “l’unica costante oggi sia il cambiamento”.
Cambiamento che negli ultimi anni si è contraddistinto per la varietà dei fenomeni che vi si manifestano e per la variabilità delle componenti che lo qualificano in una generale condizione di accelerazione della velocità di mutamento.

Aspetti questi che introducono alla ben nota complessità dell’ambiente cui l’impresa partecipa e portano l’A. a porre alla base del lavoro un puntuale ragionamento di fondo:” l’impresa e l’ambiente co-evolvono, generando costantemente differenti e mutevoli forme di equilibrio, che richiedono l’adeguamento dei processi gestionali e la ridefinizione dei modelli di business; in questa rigenerazione si manifesta con particolare rilevanza la rivoluzione digitale”.
Invero, l’ambiente rappresenta il contesto nel quale l’impresa svolge la sua azione nella ricerca dell’armonia con i cambiamenti che vi si manifestano nelle sue componenti remote - politiche, normative, sociali, tecnologiche - che ne definiscono le regole del gioco e nelle sue componenti immediate, più vicine all’impresa e connesse agli aspetti competitivi e relazionali con i soggetti che vivono il territorio in cui l’impresa opera.
In questo agire l’ impresa e l’ambiente, appunto, co-evolvono in una direzione che, come l’A. osserva, vede l’impresa mossa dal fine di fondo della sopravvivenza che, in un contesto sempre più complesso, non può che scaturire dalla soddisfazione di tutti gli stakeholder , in un percorso indirizzato verso quella che Mihaly Csikszentmihalyi chiama “buona impresa” e che personalmente amo definire “impresa armonica” con riguardo alla capacità espressa di creare armonia nelle relazioni con tutta la varietà di interlocutori con i quali si trova ad interagire.
In questa prospettiva, ben descritta e delineata nel libro del prof.Amedeo Maizza, l’impresa necessita di strumenti, di bussole, capaci di alimentare la sua capacità di dialogo con il territorio, il mercato, la società, la tecnologia.
Strumenti che sono ampiamente analizzati in un testo che, indirizzato in primis agli studenti del corso di Economia e gestione delle imprese, potrebbe essere certo di utilità anche per un management curioso della lettura accademica del mondo in cui l’impresa agisce quotidianamente e che da un punto di vista diverso rivela sempre novità inaspettate.
E’, così, ad esempio che il testo introduce il tema della rivoluzione digitale che, con il primo dialogo tra computer del 1969, ha sostanzialmente annullato lo spazio attraverso l’avvento della rete aprendo in questo modo alla globalizzazione, la quale se ben interpretata potrebbe anche svestirsi dalle forme di nuova colonizzazione economica del mondo che spesso rivela, per generare una forma di relazione globale democratica dal basso attraverso l’interconnessione e la valorizzazione di luoghi diversi con tutta la varietà che esprimono.
Pochi sono i libri di management che già si cimentano con la grande rivoluzione che la digitalizzazione introduce attraverso quella che ormai ha assunto la denominazione di industria 4.0, tale in quanto rappresenta la quarta rivoluzione industriale dopo quelle della fine del 18° secolo dovuta al vapore e all’energia meccanica, dell’inizio del 20° secolo generata dall’elettricità e dalla catena di montaggio e quella dei primi anni settanta del secolo scorso con l’elettronica, l’information technology e l’automazione.
Oggi, e nella prospettiva dei prossimi 10-15 anni, l’industria 4.0 si propone e si proporrà l’utilizzo di macchine interconnesse, collegate a internet e dotate di intelligenza artificiale con mutamenti nell’organizzazione del lavoro, nelle relazioni industriali e nei rapporti di mercato, come ben viene posto in risalto nel libro con il riferimento al marketing digitale.
Un libro, questo, che esplora il pensiero manageriale attraverso i modelli gestionali necessari per generare decisioni efficaci nella complessa trama di relazioni delineata, capace di congiungere il valore degli approcci classici con la novità dirompente delle metodiche del futuro che si sta quotidianamente definendo.
Un libro che riconosce l’indissolubile legame tra impresa e territorio perché come Enrico Loccioni, Presidente del gruppo omonimo, ama sottolineare “per fare un’impresa ci vuole un territorio e per fare un territorio ci vuole un’impresa. L’impresa è un bene comune.”
Un libro che chi è interessato all’impresa dovrebbe vedere.